di Alain Chivilò
© Alain Chivilò
Il Museo del Settecento Veneziano presso il palazzo Ca’ Rezzonico dovrebbe essere un obbligo per ogni turista a Venezia, ma soprattutto per chi preferisce bello.
Molteplici proprietari si succedettero in circa trecento anni di storia. Dal 1649 fu la famiglia Bon a incaricare Baldassare Longhena per il suo progetto. Aperto nel 1667 fu abbandonato nel 1682 a causa di problemi economici e la morte del Longhena. Successivamente un membro della famiglia di origine comasca dei Rezzonico, Giambattista a comprare il palazzo nel 1751 che fu completato nei sette anni successivi da Giorgio Massari, costruendo la sala da ballo, lo scalone d’onore, l’atrio monumentale e la scalinata d’acqua. La Famiglia Rezzonico ebbe anche un Papa, eletto nel 1760, Clemente XIII, Carlo fratello di Giambattista.
Nel 1810, senza eredi, la famiglia Rezzonico si estinse annoverando diversi proprietari e residenti: Carlo Maria Isidoro di Borbone-Spagna, Robert Barrett Browning, Lionello Hierschel de Minerbi fino al Comune di Venezia.
Il 25 Aprile 1936 il palazzo divenne una sezione staccata dei Musei Civici, Ca’ Rezzonico, arrivando fino ai nostri giorni.
Nel 2022, dal 24 Ottobre, il Museo del Settecento Veneziano è temporaneamente chiuso per lavori di ristrutturazione, restauro e allestimento fino a quasi fine Primavera 2023. Nel progetto gli interventi, in un approccio di maggiore fruibilità del Museo stesso, vedono:
– riallestimento degli spazi del piano terra adibiti ai servizi e all’accoglienza dopo l’acqua alta del 2019;
– nuovi spazi destinati alla didattica, con la contemporanea riqualificazione dei bagni, della biglietteria e del bookshop;
– l’ex biglietteria diventa guardaroba con la razionalizzazione delle armadiature dove i visitatori saranno autonomi nella fruizione. Lo scopo è quello di creare uno spazio-sosta che diventi una sorta di anteprima al museo stesso;
– nuova illuminotecnica e manutenzioni straordinarie sul pavimento in terrazzo alla veneziana e su alcune parti del giardino. Inoltre nelle sale espositive saranno sostituiti tutti i corpi illuminanti alogeni con nuove luci a led (I e III piano), migliorando la visibilità delle opere esposte.
A questo punto, non rimane che aspettare il prossimo anno per riammirare lo splendido Museo del Settecento Veneziano.
di Alain Chivilò
© Alain Chivilò
Il Museo del Settecento Veneziano presso il palazzo Ca’ Rezzonico dovrebbe essere un obbligo per ogni turista a Venezia, ma soprattutto per chi preferisce bello.
Molteplici proprietari si succedettero in circa trecento anni di storia. Dal 1649 fu la famiglia Bon a incaricare Baldassare Longhena per il suo progetto. Aperto nel 1667 fu abbandonato nel 1682 a causa di problemi economici e la morte del Longhena. Successivamente un membro della famiglia di origine comasca dei Rezzonico, Giambattista a comprare il palazzo nel 1751 che fu completato nei sette anni successivi da Giorgio Massari, costruendo la sala da ballo, lo scalone d’onore, l’atrio monumentale e la scalinata d’acqua. La Famiglia Rezzonico ebbe anche un Papa, eletto nel 1760, Clemente XIII, Carlo fratello di Giambattista.
Nel 1810, senza eredi, la famiglia Rezzonico si estinse annoverando diversi proprietari e residenti: Carlo Maria Isidoro di Borbone-Spagna, Robert Barrett Browning, Lionello Hierschel de Minerbi fino al Comune di Venezia.
Il 25 Aprile 1936 il palazzo divenne una sezione staccata dei Musei Civici, Ca’ Rezzonico, arrivando fino ai nostri giorni.
Nel 2022, dal 24 Ottobre, il Museo del Settecento Veneziano è temporaneamente chiuso per lavori di ristrutturazione, restauro e allestimento fino a quasi fine Primavera 2023. Nel progetto gli interventi, in un approccio di maggiore fruibilità del Museo stesso, vedono:
– riallestimento degli spazi del piano terra adibiti ai servizi e all’accoglienza dopo l’acqua alta del 2019;
– nuovi spazi destinati alla didattica, con la contemporanea riqualificazione dei bagni, della biglietteria e del bookshop;
– l’ex biglietteria diventa guardaroba con la razionalizzazione delle armadiature dove i visitatori saranno autonomi nella fruizione. Lo scopo è quello di creare uno spazio-sosta che diventi una sorta di anteprima al museo stesso;
– nuova illuminotecnica e manutenzioni straordinarie sul pavimento in terrazzo alla veneziana e su alcune parti del giardino. Inoltre nelle sale espositive saranno sostituiti tutti i corpi illuminanti alogeni con nuove luci a led (I e III piano), migliorando la visibilità delle opere esposte.
A questo punto, non rimane che aspettare il prossimo anno per riammirare lo splendido Museo del Settecento Veneziano.
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